APE? HH? Aperitivo o Happy hour?

Quasi a parità di merito con LOL o TVB , in un’eventuale ipotetica casistica sugli SMS scambiati in Italia c’è anche l’ormai old fashioned, ma pur sempre ipergettonato APE? o HH?

E cioè: “Ci vediamo per un aperitivo?” “Happy Hour?”.

Happy Hour

L’aperitivo/happy hour è negli ultimi anni un fenomeno che, pur nascendo come tipicamente italiano (e in seguito mi spingerò a spiegarne la fonte storica di derivazione, perché la mia formazione classico/umanistica mi impone di farlo, fosse mai che mi perdo l’occasione di riportare tutto ai greci o ai romani) ha invaso e pervaso anche l’oltreoceano.
Insomma, dovunque ti trovi, ma davvero dovunque, perfino nell’atollo remoto e selvaggio della Polinesia Francese, nella multicolore e bellissima Città del Capo, nello sperduto villaggio dell’ultimo degli ultimi Apache, o nel piccolo bar souvenir sotto la Muraglia cinese, autunno-inverno-primavera-estate (tenuto conto dell’ora locale) dalle 18 alle 21 ci si ferma per una pausa di relax con gli amici, con il fidanzato, con il marito, da soli come sfigati (ma sfigati non si è più perché il solo bere e spiluzzicare con gli altri ti sdogana dall’essere sfigato!!!), non importa insomma con chi, ma ci si ferma per l’aperitivo/happy hour.

Quando si parla di aperitivo o happy hour, non ci si spinge oltre gli anni della “Milano da bere” fenomeno modaiolo immortalato in felici ed ormai history-case pubblicitari, ma l’usanza ha radici secolarmente radicate nella storia del nostro Bel Paese (eccola sta arrivando la deviazione classico/umanistica…)

Le Origini “Imperiali” dell’Aperitivo

Giovane solo in apparenza, l’aperitivo è in realtà un’abitudine dalle origini lontanissime: in epoca imperiale, i Romani erano soliti consumare il mulsum, una miscela di vino e miele che stimolava l’appetito – e non a caso l’etimologia del termine deriva dal latino aperire, “aprire” appunto.

Dunque soddisfatta la vena umanistica, facciamo una piccola digressione storica.

La Storia dell’Aperitivo

El-Martini-de-James-Bond-Sean-Connery Foto x blogIn principio fu il Vermouth, poi venne il Negroni, nel 1932 il Campari Soda lancia l’aperitivo “per tutti”.
Il momento topico? Il 1985: è infatti in quell’anno  che L’Amaro Ramazzotti consacra il ruolo sociale dell’aperitivo con la “Milano da bere”.
Andando un po’ più dietro con la storia, geniale fu la trovata del barista Julio Richelieu nel 1874 di aggiungere un’oliva a quello che poi sarebbe divenuto il Martini (“Agitato, non mescolato.”), mixando 2/3 di Gin con 1/3 di Vermouth e una spruzzata di bitter all’arancia.

Ma bisogna essere almeno un po’ realistici e riconoscere che quello che oggi è per tutti l’happy hour, l’ora felice, (occasione unica per fermarsi da qualsiasi cosa si stia facendo, il tempo di infilarsi un impearmibilino, una giacchettina non importa se di Zara o di Cocò, una spazzolatina veloce ai capelli con il pc come specchio (!) et voilà il tempo si arresta), è un prodotto di puro marketing finalizzato a promuovere il consumo di bevande nel tardo pomeriggio, quando i bar si svuotavano.

Con la trovata dell’happy hour, infatti,  si riuscì a riempire di nuovo i bar vendendo a metà prezzo, o comunque a prezzo ridotto e rinforzando il bevendo/bevuto con qualcosa di più dei classici snack da aperitivo.

Aperitivo o Happy Hour?

Si dice aperitivo ma si pensa subito all’happy hour.
Un fraintendimento nato a metà degli anni 2000 nel Nord Italia, quando la moda dell’“ora felice” si è andata via via sostituendo all’aperitivo classico.
Una sovrapposizione immotivata, perché i due riti assolvono a funzioni diverse e i punti in comune sono ormai molto ridotti.

La mania dell’happy hour nasce quando, soprattutto nel Nord Italia, alcuni locali hanno avuto la brillante idea di offrire delle promozioni al termine della giornata lavorativa (me ne ricordo uno, il mio battesimo all’happy hour, direte voi a Milano, no a Bologna).

Dalle 18 fino alla seconda serata è ormai  possibile in ogni città e paesino e frazione d’Italia ordinare un alcolico (solo per citarne alcuni Campari, Sprizt, Bitter, Rossini, Prosecchi, Bollicine, Franciacorta) di proprio gradimento a tariffa fissa, per ricevere l’accesso a un buffet composto non più solamente da paste, pizzette, salumi, ma da quiche, soufflé, insalate di farro-orzo-riso (ma mica riso qualunque , eh no qui parte la proposta al riso più ricercato del posto più solitario del mondo…)-grano e molto, molto altro ancora passando anche da piatti etnici, ricette veg, sushi e sashimi e non trascurando le infinite variabili dei finger food.

cocktails and snacks

Insomma, moderazione ed educazione a parte, l’happy hour, può diventare un pasto “pantagruelico” che chiaramente assorbe in sé e finisce per sostituire la cena.
Differente è l’aperitivo in senso tradizionale. Un vero e proprio propedeutico alla cena: si consuma solitamente prima di sedersi a tavola, a casa, all’interno di un bar o presso il ristorante scelto. L’usanza prevede un blando alcolico a cui sono associati dei semplici stuzzichini salati, salumi, antipasti o la degustazione di piccole porzioni di formaggi tipici: la funzione è quella di predisporre le papille gustative ad assaporare la successiva cena.
Un calice di vino frizzante, un cocktail o un bitter, lounge bar, fusion bar, bar-bar, barini, baretti, ristoranti, bistrot.
Patè, formaggi,  fingerfood, o addirittura (molto alla francese) spumante insieme a una vasta scelta di pesce crudo, soufflé, quiche, insalate, quinoe, quisie, quimae.

Venghino signori venghino……questo è l’happy hour.

4 Consigli da Dishesonly per un Happy Hour con stile

Aperustico: sorprendete i vostri invitati con l’unicità espressiva dei disegni di H. Fischer: una volta svuotati vassoi, ciotole e ciotoline si rimarrà incantati dalla forza e dalla bellezza dei disegni….. una scoperta nella scoperta!

Terra Bowl

AperiTina (foto fatte da Giulia) per un happy hour glamour stupite i vostri amici /invitati giocando con le forma, i colori e le altezze degli articoli in resina di Tina Frey.

Resin Porcelain

Aperomantico (portacandele Giovelab, piattini Giovelab) cosa c’è di più romantico di un aperitivo tete a tete preparato con tanto amore in un ambiente illuminato ad arte da candeline?

mini light box

Apermultimaterial  per un happy hour “personalizzato” nella scelta delle portate e che riesce ad interpretare e rispecchiare  il carattere diverso dei vostri ospiti, consigliamo un mix di materiali (Ceramica, Vetro, Resina, Legno), come a voler dire…”ad ognuno il suo”.

Pink set

 

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