Odio il freddo dell’inverno, lo odio da starci male spesso anche fisicamente (da buona ipotermica).
Mi riscaldo durante l’estate (perché a me il sole mi fa un baffo, non sudo neanche a 33 gradi).
L’autunno lo passo timorosa dell’arrivo dell’inverno.
Ma a primavera….
La Primavera è la stagione più bella, la amo incondizionatamente, la aspetto pazientemente, la vivo allegramente.
A primavera insieme alla natura e ai fiori che sbocciano, sboccio anche io : tutto è più semplice, più delicato. Più leggero. Più colorato. Più profumato.
L’esplosione di colori e profumi che invade giardini, parchi e boschi mi colpisce in pieno allargandomi cuore polmoni ed occhi e l’accolgo con tutta la pazienza e l’amore di 8 mesi di semi-e-poi-totale letargo.
Adoro i fiori.
Da sempre, da quando bambina di 4 anni la mia indimenticata nonna greca mi regalò, mettendomelo tra i capelli, il mio primo gelsomino mediterraneo, mentre lei curava le sue eleganti e profumatissime rose inglesi.
Fu una vera e propria iniziazione ad un mondo magico unico, garbato, colorato, paziente, disponibile, emozionante.
A dirla tutta provengo da una famiglia che adora i fiori, ogni fiore, ma ognuno dei miei famigliari ha avuto il suo preferito, che a ripensarci, bene rispecchiava il loro carattere.
Mia nonna paterna, esile, silenziosa, un po’ ombrosa, per la quale non esisteva dono più bello di un timido e delicato mazzolino di violette.
Mia nonna materna, grandiosa, elegante, fragrante, profumata, allegra, cosmopolita adorava le rose.
Mio nonno materno, deciso, austero sempre impeccabilmente vestito, portava all’occhiello una gardenia dal profumo straordinario.
Mio padre severo, chiuso e poco comunicativo andava matto per i garofani.
Mia mamma soave, elegante, molto socievole adora da sempre le peonie.
E io che sono il logico “corollario” di tutti loro, amo tutti i fiori anche se ho delle innegabili preferenze per le fresie, le bocche di leone, le peonie ed i lilium Casablanca .
E le rose.
Non riesco ad immaginare una giornata senza aver osservato, toccato, odorato, giocato, parlato, potato, innaffiato, concimato, un fiore o seminato bulbi. Una vera floromaniaca.
Perché quando sono tra i fiori ritorno bambina e mi sento allegra, libera e leggera.
Immaginatevi dunque l’entusiasmo che ho nello scrivere quest’articolo nella prima settimana di un Aprile insolitamente freddino. Ma temperature esterne a parte, per me è primavera nell’anima e nella mente (non proprio nel corpo ma, sia pure imbacuccata, comincio ad andare ai vivai, comincio la cura rinforzante dei miei fiori esattamente dal 21 marzo).
Ho la fortuna di avere una casa nelle colline di Firenze e non mi manca lo spazio per curare i miei fiori aggiungendone ogni primavera decine e decine in più.
A seconda della stagione, profumatissimi alberi di lillà , timidi biancospini , magnifiche camelie rosse, bianche, rosa (lei è japonica), rincospermum ( putroppo i gelsomini mediterranei non riescono a sopravvivere, nonostante tutti i tentativi fatti) tulipani, gigli, lantane, gardenie, lavande, bocche di leone, narcisi , giaggioli, amarillys e rose….un mare di rose, un oceano di rose. Da cespuglio, rampicanti, doppie, triple, inglesi, francesi e canine.
Oggi vi parlo dei fiori di primavera, non di tutti, ma di quelli più notoriamente/spiccatamente primaverili spezzando però il racconto in due articoli diversi per facilitarne ad apprezzarne la lettura.
Proverò a raccontarvi per ciascuno di loro un qualcosa in più , con la mente ed il cuore illuminato da un libro meravigliosamente toccante che ho letto e riletto, assaporandone ogni volta ogni singola pagina: “ Il linguaggio segreto dei fiori ” di Vanessa Diffenbaugh di cui riporterò dei passaggi.
Fiori di Primavera (1° parte)
Anemoni: e giochiamo in casa (con la mia parte greca)
Il termine anemone deriva dal greco anemos, che significa vento.
Infatti l’anemone è comunemente chiamata fiore del vento per la brevissima durata e per la grande fragilità dei suoi fiori.
La tradizione cristiana narra che anemoni color rosso scarlatto nacquero dalla gocce di sangue cadute ai piedi della croce del Salvatore.
Nella medicina omeopatica gli anemoni vengono indicati nel caso di depressione, nella cistite, nei disturbi gastrici, nell’otite e nei disturbi del sonno.
Colori più comuni: rosso, blu, viola, bianco.
Significato: speranza , attesa.
Camelia (Camellia)
Questi arbusti sempreverdi fioriscono tra febbraio e marzo, donando colore e delicatezza a tutto il giardino.
La Camelia è il fiore degli innamorati, avendo un grande significato romantico.
Nella cultura orientale la camelia è il simbolo della devozione eterna: la sublime danza del petalo e del calice che percorrono il ciclo vitale congiuntamente (arrivando addirittura a distaccarsi insieme dalla pianta) rappresenta alla perfezione la persistenza dell’amore e la devozione reciproca.
Inizialmente utilizzato per preparare il tè (bianco, verde, nero e oolong), questo fiore ha assunto una grande importanza anche nel campo delle arti.
Le camelie erano infatti il fiore preferito di Alphonsine Plessis, la donna che ispirò il noto romanzo di Alexandre Dumas “La signora delle camelie”.
E come non ricordare la grandissima stilista Coco Chanel che amò così tanto questo fiore da renderlo leit- motiv nelle sue collezioni e simbolo della Maison nel mondo.
Colori: bianco, rosso, rosa.
Significato: impegno ad affrontare ogni sacrificio in nome dell’amore.
Fresia
Molto apprezzata per la sua bellezza, i suoi colori e la fragranza del suo profumo (che risulta generalmente più intenso nelle fresie di color bianco o giallo).
Si declina in una moltitudine di sfumature che danno grande allegria.
Colori: bianco, giallo, arancione, porpora, rosa, viola intenso.
Significato: amore platonico, riservatezza, mistero.
Gelsomino (Jasminum)
Facilissimo da coltivare, in giardino o sul balcone, in primavera dà il meglio di sé fiorendo e profumando l’aria con la sua essenza fresca e frizzantina dalle note orientali.
Una bellissima leggenda araba narra della sua origine: esisteva una volta Kitza, la madre di tutte le stelle, che nel suo palazzo di nuvole era intenta a preparare abiti d’oro per tutti i suoi figli astri quando improvvisamente si presentarono davanti a lei un gruppo di stelline che protestavano perché, secondo loro, le loro vesti non erano sufficientemente belle.
La madre, cercò di calmarle, le pregava di non fare troppo chiasso e di non farle perdere tempo perchè doveva ancora vestire tutti gli altri astri. Le stelline non l’ascoltavano e continuavano a lamentarsi.
Passò da quelle parti Micar, il re degli spazi che, dopo aver saputo il motivo per il quale le stelline facevano tanto rumore, si indignò a tal punto da cacciarle dal firmamento strappandole di dosso gli abiti che avevano e scagliandole nella terra in mezzo al fango. Kitza, profondamente addolorata di quanto era accaduto era inconsolabile perché pensava che le sue stelline sarebbero state in quel modo calpestate ed umiliate dagli uomini.
Ma la signora dei giardini Bersto ebbe pietà della povera madre e decise di trasformare le stelline in fiori profumatissimi. Nascquero così i gelsomini.
Spesso usata come pianta ornamentale, il gelsomino è anche conosciuto per le sue qualità terapeutiche. Per esempio, può essere impiegato come sedativo mettendo sali profumati al gelsomino nell’acqua del bagno. Agisce anche sull’attività cerebrale e psichica della persona, stimolando con il suo profumo l’ipotalamo a produrre l’enkefalina (sostanza che oltre ad inibire il dolore procura uno stato di benessere e felicità). Agevola il flusso sanguigno della zona pelvica contrastando i fastidi della sindrome premestruale; durante il ciclo allevia i dolori sciogliendo le tensioni. Utilizzato in cosmesi, tonifica e previene l’invecchiamento della pelle.
Colori: bianco, rosa, azzurrino.
Significato: amabilità.
Giacinti (hyacinthus): si rigioca in casa ellenica…
Giacinto era, secondo la mitologia greca, un giovane e bellissimo principe. L’amore di Apollo nei suoi confronti era tanto grande che, pur di stare costantemente vicino al ragazzo, tralasciava tutte le sue principali attività ed accompagnava l’inseparabile amante ovunque egli si recasse.
Un giorno i due iniziarono una gara di lancio del disco; Apollo lanciò per primo, ma il disco, deviato nella sua traiettoria da un colpo di vento alzato dal geloso Zefiro, finì col colpire alla tempia Giacinto, ferendolo così a morte.
Apollo cercò di salvare l’adolescente tanto amato adoperando ogni arte medica a sua conoscenza, ma non poté nulla contro il destino. Decise, a quel punto, di trasformare il bel ragazzo in un fiore dall’intenso colore, quello stesso del sangue che Giacinto aveva versato dalla ferita.
Il profumo dei giacinti è inconfondibile e parla proprio di primavera. Questi sono i fiori giusti da regalare se avete fatto uno sbaglio e volete farvi perdonare.
Colori: giallo, bianco, porpora, blu
Significato: benevolenza, tentativo di riavvicinamento e comprensione.