Che vita sarebbe senza Gelato?
Il gelato è un quid che trasversalmente unisce ogni età, ogni parte del mondo e non conosce (vuoi mettere?) preferenze di tipo etnico, religioso o sessuale.
E’ il ricordo della nostra infanzia, il compagno fedele dei giorni primaverili ed estivi di scuola, la scusa fornita ai nostri genitori per le prime uscite di sera in compagnia degli amici. Il salva arsura dell’estate, la chiusura dolce di una cena, la consolazione, spesso consumata in maniera abulimica, da un dispiacere
Declinato in una varietà infinita di gusti e colori soddisfa e compiace ogni esigenza e voglia.
Industriale, artigianale, professionale, amatoriale il gelato è la nota dolce che unisce tutto il mondo.
Le sue origini storiche:
Il primo gelato, sia pure in forma più di sorbetto, si ha nella Bibbia : latte di capra misto a neve offerta da Isacco ad Abramo.
Alessandro Magno andava matto per il gelato (rectius per il suo antenato) e ordinava continui rifornimenti di neve che veniva mescolata a frutta e miele per soddisfare il suo piacere.
Sorbetti primordiali erano offerti nella corte di Cleopatra ed anche in Italia Nerone era solito offrire ai suoi invitati una bevanda ottenuta da neve, miele e frutta a cubetti.
Si deve però aspettare il Medioevo e trovarsi in Oriente per scoprire il primo vero sistema per congelare : i succhi di frutta venivano collocati in recipienti e circondati di ghiaccio tritato.
Nascevano così i primi sorbetti ( in arabo scherbet significa dolce neve) che ammaliarono per la loro bontà i Crociati, tanto da far loro portare sulle mense delle Corti europee più ricche, ricette di sorbetti raffinatissimi a base dei frutti e fiori che sapevano d’Oriente: agrumi, gelsomino, gelso.
I sorbetti si diffusero rapidamente accogliendo grandi apprezzamenti, tanto da essere durante il tardo Medioevo ostracizzati con l’accusa di simboleggiare il peccato.
Fanno il loro ritorno trionfale nel Cinquecento grazie ad un’arricchimento inaspettato dei loro gusti a seguito dell’arrivo dai nuovi continenti di sconosciute e per allora strane piante, frutta, caffè e soprattutto……del CACAO!
Nell’anno 1660 Francesco Procopio de’ Coltelli aprì il suo primo caffè-gelateria nella capitale transalpina con l’intento di conquistare Paris.
E ci riuscì in modo magistrale coronando il suo sogno con l’apertura del locale che chiamò Cafè Procope che nel tempo diventò uno dei più celebri caffè letterari in tutta Europa, dopo aver ottenuto dal Re Sole la concessione dell’esclusiva sulla produzione di “acque gelate”( (granite), gelati alla frutta, crema-gelato e sorbetti di fragola.
Arriviamo al 1770 e trasferiamoci oltreoceano: New York impazzisce per il gelato del genovese Bosio.
Nel 1927 in Italia, fu costruita la prima gelateria automatica.
Tra gli anni ’60 e ’70 il successo apparentemente innarestabile e vorticoso dell’ice cream, gelato industriale oggetto di incredibili campagne mass mediatiche e distribuito ogni dove , mette all’angolo il gelato artigianale.
Ma non fu un ko (non poteva esserlo): si trattò di una breve parentesi.
Il gelato artigianale, in effetti, non può essere fermato né surclassato da nessuno: grazie ai suoi ingredienti di primissima qualità, alle sue variazioni dolci o salate, al suo grande coraggio di accompagnarsi ad altre portate della tavola ci affascina, ci ammalia .
Ci rende irrimediabilmente dipendenti da esso.
E come per la pizza, in un dovuto sussulto patriottico, ricordiamoci che il gelato, sia che si chiami ice cream, glace, che pagotò, che helado è nato in Italia.
Possiamo dividerlo per colore, per frutto, per tipologia di crema, per purezza/ percentuale del cacao.
E’ dolce.
E’ salato ( incredibili a mio gusto questi ultimi, specie quelli con formaggio) .
E’classico, rivisitato, senza glutine ed ultimamente anche vegan
…..E poi vuoi mettere il sussulto emotivo quando entri in una gelateria….ti ritrovi bambina e ora come allora apri gli occhi, spalanchi la bocca in un sorriso e già sei felice.
E ora come allora quando ti chiedono che gusto preferisci, vorresti assaggiarli tutti, ma proprio tutti… ;ma il buon senso ti porta a chiederne due al massimo, in modo da poterti incantare nel sentire sussultare l’ultima papilla gustativa che ne abbraccia e trattiene il sapore.
Tanto sai che hai tutta la vita per poterne provare altri due e altri due e altri due e altri due ancora….
E sia come sia….in coni, in coppette, con stecchini, a praline.
Se poi è servito su dei bowl Dishesonly, non so come…. è ancora più bello! Davvero!
Oggi vi propongo un gelato che da buon “formaggiara” mi piace molto , un perfetto antipasto o un’ alternativa insolitamente gradita al “ plateau de fromages”, proposto dal pastry Chef Giorgio Paolucci.
Gelato al Parmigiano con Croccante di Prosciutto crudo e stille di Aceto Balsamico
Ingredienti per 8 persone :
300 g latte
200 g panna fresca
200 g parmigiano
25 g zucchero
4 tuorli
sale
noce moscata
Per guarnire:
rucola
aceto balsamico
1 fetta di circa 150 prosciutto dolce tagliato con uno spessore di 1 cm
olio evo
Procedimento :
Lavorare bene i tuorli con il sale, la noce moscata , lo zucchero ed il parmigiano.
Riscaldare il latte e la panna.
Stemperare il composto con il latte e la panna lasciati intiepidire.
Far raffreddare .
Nel frattempo far saltare in padella il prosciutto finquando non risulterà croccante; tagliarlo a listarelle o a forma di vela.
Versare il composto nella gelatiera e mantecare per 10-15 min .
Su una coppetta creare un letto di rucola e appoggiare delicatamente una o due palline di gelato.
Guarnire con il croccante di prosciutto .
Finire con una colata leggera di Aceto Balsamico.